IL PONTE SULLO STRETTO: UN’OPERA INUTILE E DANNOSA
L’Associazione Nazionale Centri Storico-Artistici, di fronte all’approvazione da parte del CIPESS del “progetto definitivo” del ponte sullo Stretto di Messina avvenuta il 6 agosto u. s., non può esimersi dal sottolineare il carattere inutile e dannoso che consegue alla scelta di investire ingenti risorse pubbliche per un’opera di cui si dibatte ormai da decenni.
Pur non addentrandoci nelle problematiche strutturali, trasportistiche e sismiche tuttora irrisolte, che fanno giudicare improprio chiamare “definitivo” il progetto sottoposto al Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile, intendiamo evidenziare le implicazioni e le criticità di carattere ambientale e funzionale legate alla realizzazione dell’opera.
Nello spirito della Carta di Gubbio 1990, in cui si afferma l’esigenza che ogni intervento di trasformazione urbana e territoriale rispetti i luoghi e le loro storie preservandone l’identità e la memoria, l’Associazione Nazionale Centri Storico-Artistici sottolinea come la devastazione della costa calabra e siciliana a seguito della realizzazione del ponte e delle consistenti opere di adduzione ad esso collegate, snaturi e alteri in modo irreversibile il rapporto fra gli insediamenti urbani e il mare, dal cui dialogo hanno preso origine le forme urbane reggina e messinese.
Non si tratta di considerazioni astratte, ma dell’esito di scelte che incidono sulla vita di centinaia di migliaia di persone che in quei contesti abitano e che vedranno manomesso il proprio ambiente e degradata la propria qualità di vita, che si misura anche attraverso il mantenimento o lo snaturamento dell’identità dei luoghi.
Sul piano funzionale, le ingenti risorse pubbliche – di tutti i cittadini italiani – necessarie a finanziare il ponte, si scontrano con le necessità irrisolte e le carenze infrastrutturali che il territorio calabrese e siciliano da tempo manifestano: carenza di servizi pubblici, carenza di politiche ambientali, carenza di infrastrutture viarie e ferroviarie che rendono difficile vivere in quei luoghi.
Pensare che la Penisola e la Sicilia possano integrarsi maggiormente favorendone la connessione su gomma o su rotaia significa aver perso il senso di una realtà che vede i collegamenti aerei che ormai da tempo hanno soppiantato qualsiasi altro sistema di trasporto, mentre le merci raggiungono la Sicilia sempre più per via marittima.
Di fronte a questo scenario, la scelta di investire 13,5 miliardi di euro per la realizzazione di un’opera che non risolverà i problemi trasportistici nazionali, significa rinunciare a un progetto più ampio di infrastrutture e di servizi che possano riscattare e migliorare definitivamente le condizioni di vita di territori da sempre lasciati ai margini di uno sviluppo che ancora una volta li vede come soggetti passivi, perché destinato ad assicurare profitti alle imprese coinvolte e al sistema economico che attorno ad esse si verrà a consolidare.
L’Associazione Nazionale Centri Storico-Artistici è al fianco delle Istituzioni e dei Comitati che hanno manifestato la propria opposizione al progetto e che si stanno mobilitando affinché la politica nazionale operi in sintonia con un’opinione pubblica che non condivide scelte inutili e dannose quali quelle connesse alla realizzazione del ponte sullo Stretto.
Dalle pubblicazioni al Centro Studi ANCSA \ Documenti, Ricerche e Prospettive
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